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SU-76
JSU-12, JSU-125
Uno dei carri più riusciti del periodo pre-bellico, prestò servizio
in tutto il mondo. Fu un mezzo robusto che si prestò a venire riarmato,
nel corso della guerra, con cannoni più potenti.
Caratteristiche Tecniche
Valentine III/IV
Equipaggio: 3 uomini
Peso: 17.690 kg
Motore: AEC diesel da 131 hp nell'Mk III;
o GMC diesel da 138 hp nell'Mk IV
Dimensioni:
- Lunghezza 5,41 mt
- Larghezza 2,629 mt
- Altezza 2,273 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 24 km/h
- Velocità massima su terreno vario 12,9 km/h
- Autonomia su strada 145 km
- Guado 0,914 mt, Gradino 0,838 mt, Trincea 2,286 mt
Foto: Un Valentine di modello iniziale è al centro dell'attenzione mentre Malta celebra il compleanno di re Giorgio VI. |
Cenni Storici
Nel 1938 la Vickers fu invitata a partecipare al programma per il nuovo carro
Matilda II, ma poiché la ditta aveva già organizzato una linea
di produzione di un carro pesante incrociatore, l'A10, l'invito fu rivolto
alla produzione di un nuovo carro per fanteria, basato appunto sull'A10. La
Vickers presentò regolarmente il suo progetto al ministero della guerra
il 14 febbraio 1938, giorno di S.Valentino, da cui il carro prese nome, e
la produzione iniziò nel luglio del 1939. Fino a tale data i pianificatori
dell'esercito erano rimasti in dubbio sulla bontà delle soluzioni proposte
dalla ditta, in particolare sul mantenimento della piccola torretta biposto,
che limitava eventuali future maggiorazioni dell'armamento, ma, alla metà
del 1939, la guerra batteva alle porte ed i carri erano necessari, il più
presto possibile.
Il nuovo carro, denominato Mk III Valentine, incorporava molti particolari
derivanti dall'esperienza fatta con l'A10, ma aveva un corazzatura molto più
spessa (da 8 a 65 mm). La produzione in massa cominciò rapidamente
ed i primi Valentine furono pronti alla fine del 1940. Entro il 1941 il Valentine
era ormai un modello collaudato e molti esemplari vennero impiegati nel ruolo
di carri incrociatori per sopperire alla deficienza di questi ultimi.
Il Valentine fu uno dei carri britannici quantitativamente e qualitativamente
più importarti; quando cessò la produzione, ai primi del 1944,
ne erano stati costruiti 8275 esemplari e, ad un certo punto del 1943, un
quarto dell'intera produzione britannica di carri era costituita dal Valentine.
Questi vennero prodotti anche in Canada e, nella Gran Bretagna, da molte altre
imprese oltre alla Vickers.
Del Valentine vi furono numerose varianti. I cannoni installati furono di
11 tipi diversi, passando dal pezzo da 40 mm (Valentine I-VII) al pezzo da
57 mm (Valentine VIII-X), fino a quello da 75 mm (Valentine XI); vi fu anche
una versione di cannone semovente armata del pezzo da campagna da 88 mm (25
libbre) e denominata Bishop. I mezzi speciali Valentine hanno abbracciato
tutta la gamma di possibilità, dal gettaponti (Valentine Bridgelayer)
ai carri dotati di torretta speciale con luci per la difesa dei canali (Valentine
CDL) e dai carri posti di osservazione (Valentine OP) ai carri sminatori (Valentine
Scorpion e Valentine AMRA). Il numero di varianti fu enorme e molte furono
mezzi singoli prodotti ai fini di prova o di sperimentazione come, ad esempio,
i primi carri a doppia propulsione (Valentine DD). In realtà questi
carri particolari ebbero un tale successo che il Valentine per un certo periodo
divenne il carro DD standard.
Vi furono anche carri lanciafiamme (Valentine Flamethrower) e fu anche tentata
la produzione di uno speciale cacciacarri con cannone controcarri da 57 mm
protetto da uno scudo. Questo progetto finì nel nella, ma lo scafo
Valentine venne utilizzato anche più tardi come base per l'Archer,
veicolo a cielo aperto con cannone da 76,2 mm rivolto all'indietro, che venne
impiegato in Europa dal 1944 in poi.
Il carro base Valentine fu profondamente modificato durante la sua carriera
operativa, ma rimase sempre sicuro e robusto e, per un certo tempo, fu uno
dei carri più importanti dell'esercito britannico. Venne anche impiegato
da molti eserciti alleati, come quello della Nuova Zelanda e molti Valentine
operarono in Birmania. Il grosso della produzione canadese venne inviato all'Unione
Sovietica, dove sembra abbia reso utili servizi.
Bibliografia: Vedi pagina contatti
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