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Il generale del mistero
Acclamato come il salvatore
della Polonia di Pilsudski, nel 1920, mentre Trotzkij e Tuchacevskij stringevano
su Varsavia la tenaglia dell'Armata Rossa, successore di Pétain, nel
1932, al Consiglio supremo di guerra e autore di un libro (La France est-elle
défendue?) che aveva fatto discutere tutti i circoli militari europei
nel 1938, Antoine-Marie Maxime Weygancì viene richiamato o urgenza
in servizio il I settembre 1939, non appena scoppiano le ostilità fra
Germania e Polonia, e nominato comandante supremo dell'Armata di Siria. A
quella data ha già compiuto i 72 anni e, all'Accademia delle Scienze,
ricopre la carica che era stata di Joffre.
Chi fosse in realtà Maxime Weygand nessuno lo ha mai saputo; rivelazioni
non sono giunte neppure dopo la sua morte avvenuta a Parigi all'età
di 98 anni appena compiuti, il 28 gennaio 1965. Il cognome è quello
di colui che lo aveva adottato (com'era accaduto con von Manstein, nato Lewinski).
Weygand nasce a Bruxelles il 21 gennaio 1867, ed è il medico che ha
assistito al parto a recarsi in municipio per fare la dichiarazione precisando
che il bambino, di sesso maschile, venuto alla luce in un alloggio al numero
59 del Boulevard Waterloo, si chiama Antoine-Marie Maxime ma e di "padre
e madre ignoti".
Questo mistero, specialmente nel primo dopoguerra quando Weygand è
più noto, viene interpretato in vari modi. Si dice che Maxime è
figlio di Leopoldo II, re del Belgio, e di una dama di corte; altri assicurano
invece che la madre è una ballerina o una modista; altri ancora sostengono,
a causa dei nome di battesimo, che il padre è l'imperatore Massimiliano,
l'arciduca d'Austria fucilato in Messico quello stesso anno, e la madre una
ragazza di El Paso. C'è persino chi vede in Maxime un nipote dell'Aiglon,
il figlio di Napoleone I. Di sicuro si sa soltanto che i genitori sono ricchissimi
e che assicurano l'educazione e, poi la carriera al figlio.
L'orgoglio tedesco sconfitto
Qualche giorno dopo la nascita Maxime viene affidato alla belga Saget che
lo allatta. Più grandicello viene portato in Francia dove un commerciante
di Marsiglia, David Cohen, diventa suo tutore legale e lo manda a studiare
in un convitto di Parigi registrandolo col nome di Maxime De Nimal, ricavato
da quello della moglie (che si chiama, in realtà, Therese Denimal).
Diciottenne, il giovane vuole entrare alla scuola militare di Saint-Cyr e,
per superare le difficoltà della nazionalità belga. scrive una
lettera al ministro della Guerra dicendo di essere nato "in circostanze
eccezionali che mi impediscono di dimostrare le mie vere origini. quelle francesi"
e di voler entrare a Saint-Cyr per "fare la stessa carriera di mio padre".
Può darsi quindi ch'egli conosca il segreto della propria nascita,
ma non lo rivelerà mai. Nel 1888, comunque, il giovane viene "riconosciuto"
come figlio da Francois Joseph Weygand - che è il ragioniere dei tutore
Cohen - e diventa legalmente francese.
Ufficiale mondano della Belle Epoque e abilissimo cavallerizzo, quando scoppia
la prima guerra mondiale entra nello Stato Maggiore francese. Nel 1917 e nel
1918 è al fianco dei generalissimo Foch che accompagna anche a Rethondes
per la firma dell'armistizio. E' Weygand a leggere ai rappresentanti militari
e diplomatici dei Kaiser le condizioni imposte dagli Alleati ala Germania
ed è sempre lui a curare la posa di quella lapide nella foresta di
Compiegne in cui si parla dell'orgoglio tedesco sconfitto, e che Hitler fare
demolire nel giugno 1940.
Due anni più tardi, quando i polacchi di Pilsudski chiedono aiuto alla
Francia contro le armate bolsceviche, il governo di Parigi manda Weygand a
Varsavia per assumere la direzione dello Stalo Maggiore polacco. E il generalissimo
Foch, poco prima di morire, dichiara "Se la Francia fosse un giorno in
pericolo bisognerà chiamare Weygand".
Foch, però si sbaglia perché quando chiamano Weygand il 17 maggio
40, per affidargli il comando delle forze armate francesi in sostituzione
dell'alto generalissimo Gamelin, egli è subito d'accordo con Petain
sulla politica di rinuncia alla lotta e respinge l'offerta di unione franco-britannica
proposta da Churchill e sostenuta da Reynaud.
Invialo dal governo di Vichy in Africa settentrionale (settembre 1940) per
organizzarvi le forze francesi, Weygand viene considerato con sospetto dai
tedeschi i quali lo arrestano nel 1942 e lo internano nel Tirolo. Liberato
nel 1945 e immediatamente arrestato dalle autorità dei nuovo governo
francese per "complotto contro la sicurezza dello Stato" è
rimesso in libertà nel 1946, dopo più di un anno trascorso in
un ospedale militare. In seguito, viene pronunciato un "non luogo a procedere"
nei suoi contronti e ottiene la riabilitazione.
Da quel momento, il generale Weygand esce in pratica dalla scena militare
e politica ma non perde mai occasioni per spezzare qualche lancia in favore
di Petain.
All'epoca della crisi di Algeria si schiera contro la politica di De Gaulle.
Ormai ha già superato i novant'anni e impiega tutto il proprio tempo
negli studi storici e nei lavori dell'Accademia di Francia. Alla vigilia del
novantottesimo compleanno, mentre è solo in casa, scivola nella sua
stanza da letto e cade fratturandosi il femore. Data l'età, il male
si aggrava rapidamente. Poco prima di spegnersi vuole vedere le decorazioni
ricevute durante la Grande Guerra.
"Queste" mormora "le porto con me".
Bibliografia: Vedi pagina contatti
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