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Questo semovente,
mai entrato in produzione a causa della fine della Guerra, venne realizzato
a livello di prototipo e sembra tuttora un pezzo di artiglieria assolutamente
moderno.
Caratteristiche Tecniche
Tipo: Cannone semovente
Equipaggio: 2 uomini (sul pezzo)
Peso: 24.000 kg
Motore: SPA a benzina da 250 hp
Dimensioni:
- Lunghezza 6,6 mt
- Larghezza 3 mt
- Altezza 2 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 35 km/h
- Autonomia su strada 100 km
Armamento:
- 1 cannone da 149 mm
Foto: Semovente da 149/40 (cliccare per ingrandire la foto) |
Cenni Storici
L'esercito italiano seguì da presso i tedeschi nel rendersi conto della
necessità di disporre di cannoni d'assalto e sviluppò una serie
di veicoli che esteriormente rassomigliavano allo StuG III tedesco. I cannoni
d'assalto italiani furono prodotti in quantità notevoli, perché
erano meglio corazzati e relativamente più rapidi da produrre dei carri
contemporanei. Ma all'epoca in cui un numero notevole di esemplari era stato
distribuito, l'Italia era ormai fuori dalla guerra e quasi tutti i pezzi caddero
in mani tedesche.
La maggior parte delle armi semoventi italiane montavano cannoni e obici da
75 mm o 105 mm di varie lunghezze, ma poiché si trattava di installazioni
per il tiro diretto, l'artiglieria italiana continuava ad aver bisogno di
pezzi semoventi da impiegare a sostegno delle formazioni corazzate. Di conseguenza
l'Ansaldo dedicò alcune delle sue preziose strutture di sviluppo alla
progettazione di un potente pezzo di artiglieria che potesse essere trasportato
su uno scafo cingolato. Alla fine l'Ansaldo scelse un'arma esistente, il lungo
cannone da 149/40 Modello 35, e decise di installarla sullo scafo molto modificato
del carro armato M.15/42. La scelta di questi due materiali fu fatta allo
scopo di produrre la migliore combinazione affusto mobile/arma che fosse possibile,
ma l'ostacolo fu che l'esercito italiano stava già chiedendo a gran
voce grandi quantità sia del cannone che del carro e l'industria italiana
non era in grado di far fronte alle richieste. Così la nuova arma,
nota come semovente 149/40, ebbe un avvio precario.
Il semovente da 149/40 fu un'arma senza protezione perché la lunga
bocca da fuoco del cannone fu installata su di un supporto aperto trasportato
dallo scafo senza torretta del carro. I serventi del pezzo, i cui orecchioni
erano ubicati all'estremità posteriore per assorbire una parte delle
forze di rinculo prodotto dallo sparo, operavano all'aperto. Il prototipo
fu pronto alla fine del 1942 per prove allungate di tiro, ma anche prima che
queste terminassero furono fatti, senza esito, tentativi per avviare la produzione.
Prima che questa iniziasse l'Italia chiese agli alleati l'armistizio e i tedeschi
si appropriarono di quanto restava dell'economia di guerra italiana. Il prototipo
del semovente da 149/40 rimase così l'unico esemplare di un progetto
promettente.
Il cannone del semovente da 149/40 fu certamente un'arma valida: poteva sparare
un proietto da 46 kg ed aveva la gittata di 23.700 m, distanza alla quale
la mancanza di protezione per i serventi sarebbe stata di importanza relativamente
scarsa.
Il prototipo sopravvisse alla guerra e può essere ancora visto nel
poligono sperimentale di Aberdeen, negli Stati Uniti. Sembra ancora un pezzo
di artiglieria assolutamente moderno che non sfigurerebbe in molti parchi
contemporanei.
Bibliografia: Vedi pagina contatti
Cannone Semovente da 149/40 |