GermaniaItalia
Giappone
U.K.
Bishop
U.R.S.S.
Germania
Italia
Giappone
Usa
U.K.
Cariche di demolizione
Bangalore Torpedo
Flagelli Sminatori
Churchill AVRE
CDL
Posafascine
ARV
Sherman BARV
Rulli Sminatori
Trattori di Artiglieria
Terrapin
DD Sherman
Crocodile
Wasp
U.R.S.S.
Germania
Italia
Giappone
U.K.
U.R.S.S.
SU-76
JSU-12, JSU-125
Cenni Storici
Alla fine del 1943 i progetti per lo sbarco nella Francia settentrionale giunsero
al punto in cui si dovette decidere la produzione di veicoli recupero capaci
di effettuare l'attraversamento di guadi profondi, sì da poter essere
impiegati sulle spiagge per disincagliare i mezzi arenati o in avaria in acqua.
Venne deciso di trasformare all'uopo carri Churchill e Sherman, ma la trasformazione
del Churchill non superò lo stadio del prototipo ed i lavori vennero
concentrati sullo Sherman.
Il risultato fu lo Sherman BARV (Beach Armoured Recovery Vehicle = veicolo
recupero su spiaggia corazzato); un normale Sherman la cui torretta era stata
sostituita da un'altra sovrastruttura. Quest'ultima era aperta in alto e le
piastra anteriori, inclinate, conferivano al muso del mezzo il profilo della
prua di un'imbarcazione. L'apertura lasciata dalla torretta venne chiusa e
tutte le prese d'aria ed i cappucci di tenuta vennero estesi verso l'alto.
L'impermeabilizzazione risultò ottima e lo scafo venne provvisto anche
di una pompa di sentina.
Il primo BARV fu pronto per le prove nel dicembre del 1943 ed a seguito di
queste venne disposta immediatamente la trasformazione di 50 esemplari. Per
il D-Day furono disponibili 52 BARV, ed il primo veicolo corazzato che prese
terra sulla spiaggia della Normandia fu proprio un BARV. Le cattive condizioni
atmosferiche del D-Day costrinsero i BARV a compiere un enorme lavoro perché
molti veicoli, corazzati o non, imbarcarono molta acqua durante il tragitto
dalle navi da sbarco alle spiagge ed i BARV dovettero fungere da traini per
rimorchiarli a riva.
Foto: Sherman BARV impiegato
nel rimorchio di veicoli arenati durante operazioni anfibie. |
In pratica, il mezzo era solo in grado di trainare, perché
la fretta con cui era stata effettuata la produzione delle trasformazioni
aveva indotto a fare a meno del solito verricello. Al posto di quest'ultimo,
per fornire una certa assistenza ai veicoli arenati, il BARV venne provvisto
di respingenti di legno, assicurati al muso, che potevano essere impiegati
non solo a pro di veicoli, ma anche di piccole imbarcazioni rimaste incagliate
o arenate sulle spiagge.
I BARV potevano operare in acque profonde fino a 3 mt, a seconda delle condizioni
atmosferiche, e talvolta assumevano un aspetto nautico anche per l'esistenza
di sagole di salvataggio fissate attorno alla parte superiore della sovrastruttura.
Molti equipaggi di BARV comprendevano un sommozzatore e spesso indossavano
giubbotti di salvataggio. Responsabile dei BARV era il genio elettricisti
e meccanici (Royal Electric and Mechanical Engineers = REME) britannico, pur
trattandosi di veicoli con il compito primario del recupero.
L'impiego di tali mezzi perdurò a lungo anche nel dopoguerra, periodo
in cui i BARV acquisirono il nome di Sea Lions (leoni del mare). Alla fine
vennero sostituiti dai Centurion BARV che seguivano da vicino le linee generali
del progetto. Gradualmente ammodernati nel corso degli anni con l'installazione
di migliori apparati radio e di funi per attutire l'impatto dei loro respingenti,
gli Sherman BARV non ebbero tuttavia mai verricelli né alcun tipo di
vomere che conferisse loro una maggiore capacità di trazione.
Bibliografia: Vedi pagina contatti
Veicolo Recupero |