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SU-76
JSU-12, JSU-125
Con
la sua eccellente combinazione di potenza, mobilità, protezione ed
efficacia, fu un semovente controcarri temuto e rispettato dai carristi alleati.
Caratteristiche Tecniche
Equipaggio: 5 uomini
Peso: 46.000 kg
Motore: Maybach HL 230 a benzina da 600-700
hp
Dimensioni:
- Lunghezza totale 9,9 mt, solo scafo 6,87
mt
- Larghezza 3,27 mt
- Altezza 2,715 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 55 km/h
- Autonomia su strada 160 km
- Guado 1,7 mt, Pendenza 70%, Gradino 0,9 mt, Trincea 1,9 mt
Cenni Storici
Quando i primi veicoli chiamati Jagdpanther vennero prodotti nel febbraio
del 1944, essi segnarono il passaggio dal periodo del Panzerjager (cacciatore
di carri), risultato di affrettate trasformazioni o improvvisazioni, a quello
del semovente controcarro costruito specificatamente per tale ruolo. L'idea
dello Jagdpanther venne ventilata per la prima volta all'inizio del 1943,
in un momento in cui vi era grande bisogno di tali veicoli e si sperava che,
prendendo il migliore scafo disponibile, il totale dei mezzi prodotti avrebbe
fronteggiato la richiesta. Per il nuovo Panzerjäger venne preso a base
lo scafo del Panther, praticamente senza modifiche, e vi venne montato in
una sovrastruttura a pareti ben inclinate e corazzate un cannone controcarro
Pak 43 da 8,8 cm più una mitragliatrice MG34 o MG42 da 7,92 mm per
la difesa vicina. Il prototipo, chiamato Panzerjäger Panther venne presentato
a Hitler nell'ottobre del 1943 e questi ordinò di cambiare il nome
in Jagdpanther.
Veloce, ben protetto, armato di un cannone potente, lo Jagdpather aveva anche,
come non bastasse, un aspetto generale che lo distingueva da tutti i suoi
contemporanei: la sua struttura era così ben proporzionata da far bella
figura anche oggi, quarant'anni dopo la sua apparizione, in un parco di mezzi
corazzati. Lo Jagdpanther poteva mettere fuori combattimento praticamente
qualsiasi carro nemico, compreso il carro pesante JS-2 sovietico, che peraltro,
per avere l'assoluta certezza di immobilizzarlo, occorreva colpirlo sul fianco.
In certe occasioni, singoli Jagdpanther, o piccoli nuclei di essi, furono
capaci di arrestare le colonne di attacco alleate per notevoli periodi di
tempo e fu una fortuna per gli alleati stessi che la produzione del mezzo
non raggiungesse mai i previsti 150 esemplari al mese.
Quando le fabbriche, nell'aprile del 1945, cessarono la produzione, erano
stati completati, con grande sollievo dei carristi alleati, solo 382 veicoli
e la ridotta produzione era dipesa naturalmente dai danni provocati dalle
incursioni aeree alleate dei due maggiori centri di produzione, la fabbrica
MIAG di Braunschweig e la Brandenburg Eisenwerk Kirchmöser di Brandenburg.
Le incursioni aeree allegate costrinsero anche a varianti di produzione degli
Jagdpanther: alcuni vennero dotati di scudi imbullonati di grandi dimensioni
per il cannone; altri di scudi molto più piccoli, quasi dei collari.
Nelle ultime versioni prodotte la bocca da fuoco non era monoblocco, ma scomponibile
in due parti sì da facilitare la sostituzione della canna usurata;
lo stivaggio degli attrezzi e dei materiali vari ebbe soluzioni diverse.
L'equipaggio era di cinque uomini; nella sovrastruttura, come si è
detto, ben inclinata e ben protetta, vi era posto anche per 60 colpi per il
cannone. Alla fine della guerra era già stata progettata l'installazione
di un pezzo controcarro da 12,8 cm in una nuova versione, ma in pratica di
questa venne costruito soltanto un modello in legno a grandezza naturale.
Anche con il cannone da 8,8 cm, comunque, lo Jagdpanther, con la sua eccellente
combinazione di potenza, mobilità, protezione ed efficacia, fu un semovente
controcarro temuto e rispettato dai carristi alleati.
Bibliografia: Vedi pagina contatti
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