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SU-76
JSU-12, JSU-125
Nonostante
sia stato un buon mezzo, i giapponesi non furono mai in grado di produrlo
nella quantità necessaria per cui venne sempre impiegato singolarmente
o a coppia come arma di sostegno ravvicinato
Caratteristiche Tecniche
Tipo: Obice semovente
Equipaggio: 4 o 5 uomini
Peso: non si hanno dati precisi ma doveva
essere di circa 13.600 kg
Motore: Diesel a 12 cilindri a V da 170 hp
Dimensioni:
- Lunghezza 5,537 mt
- Larghezza 2,286 mt
- Altezza (alla sommità dello scudo) 1,549 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 38 km/h
Armamento:
- 1 obice da 150 mm
Foto: L'obice Tipo 38 da 150 mm, montato sul carro Tipo 97 e destinato ad essere impiegato come artigliera da campagna mobile, ma svolgeva normalmente le funzioni di artiglieria di sostegno ravvicinato. |
Cenni Storici
Per tutta la durata della Seconda guerra mondiale i giapponesi rimasero indietro
nel campo delle sviluppo connesso alle operazioni dei mezzi corazzati. Le
precedenti incursioni militari in Cina e Manciuria li avevano tratti in inganno
facendo loro trascurare la necessità di veicoli corazzati pesanti e
inducendoli a concentrare la loro attenzione su mezzi che altrove venivano
chiamati carri leggeri o "tankette". Ciò collimava anche
con lo stato dell'industria giapponese che si trovava ancora nella fase di
sviluppo iniziale. Così avvenne che l'esercito giapponese rimase molto
indietro nei campo dell'artiglieria semovente, la cui produzione risulto in
definitiva limitata ad un piccolo numero di veicoli.
Uno di questi era il Tipo 4 HO-RO, un obice semovente che rappresentò
una combinazione dell'obice Tipo 38 da 150 mm con il carro medio Tipo 97.
Il progetto di trasformazione del mezzo in artiglieria semovente fu molto
semplice perché previde l'installazione di un obice dietro uno scudo
che forniva protezione anteriore e laterale mentre lasciava aperta sia la
parte superiore che quella posteriore. L'obice, derivato da un progetto Krupp,
risaliva al 1905 e sparava un proietto da 35,9 kg con una gittata di 5900
m, ma la maggior parte degli esemplari superstiti era così vecchia
e logora che questi vennero ritirati dal servizio intorno al 1942. Il Tipo
4 HO-RO aveva cadenza di tiro bassa in relazione al congegno di chiusura impiegato,
ma fa comunque considerato abbastanza valido come semovente.
Lo scafo di base per il semovente Tipo 4 fu il Tipo 97 CHI-HA, un carro medio
secondo gli standard giapponesi che risaliva al 1937. Esso era abbastanza
mobile, ma aveva una corazzatura che raggiungeva appena 25 mm di spessore
in corrispondenza dello scudo anteriore del pezzo, e una struttura chiodata.
Da tempo l'uso di chiodi nella costruzione dei carri era scomparso nel resto
del mondo, ma i giapponesi non avevano scelta, privi com'erano di qualsiasi
altra forma di capacità costruttiva.
Sempre per insufficienza di capacità produttiva, i giapponesi si limitarono
a costruire il Tipo 4 HO-RO in pochi esemplari che poi vennero pratica mente
costruiti a mano, senza pretese di produzione di massa. Pur essendo in questa
situazione i giapponesi non si concentrarono soltanto sul Tipo 4 HO-RO, ma
produssero anche un'altra versione chiamata Tipo 2 con un cannone da 75 mm,
per il doppio ruolo di piattaforma di artiglieria e di cacciacarri. Anche
di tale versione furono prodotti solo pochi esemplari. Non risulta che il
livello dei reparti cui furono assegnati i Tipo 4 HO-RO sia stato superiore
a quello di batterie di quattro pezzi. Non si ha traccia di formazioni maggiori
e la maggior parte dei parte dei rapporti arrivati fino a noi parlano di veicoli
catturati singolarmente o al massimo a coppie.
Bibliografia: Vedi pagina contatti
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