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SU-76
JSU-12, JSU-125
Partendo
dal mod.40 armato di mitragliatrice, si arrivò al più efficace
mod.41 armato di cannoncino da 20 mm, mezzo molto apprezzato per le sue buone
prestazioni.
Caratteristiche Tecniche
Autoblindo 41
Equipaggio: 4 uomini
Peso: (in ordine di combattimento) 7.500
kg
Motore: SPA Abm 2 a 6 cilindri in linea,
a benzina, raffreddato ad acqua, da 88 hp
Dimensioni:
- Lunghezza totale 5,2 mt
- Larghezza 1,92 mt
- Altezza 2,48 mt
Prestazioni:
- Velocità massima su strada 78 km/h
- Velocità massima fuori strada 38 km/h
- Autonomia 400 km
- Guado 0,7 mt, Pendenza 40%, Gradino 0,3 mt
Foto: Autoblindo 41 in Libia |
Cenni Storici
L'autoblindo 40 e l'autoblindo 41 ebbero origine dalla richiesta di un veicolo
di elevate prestazioni per uso della polizia coloniale italiana in Africa.
La cavalleria italiana, da parte sua, aveva richiesto circa nello stesso periodo,
una nuova autoblindo. I due progetti vennero unificati allo scopo di utilizzare
un unico veicolo che vide la luce nel 1939 con il motore posteriore e con
una torretta anteriore (con una mitragliatrice). Nella parte posteriore dello
scafo vi era un'altra mitragliatrice e il veicolo era a guida anteriore e
posteriore. Da questo progetto derivò l'autoblindo 40 la cui produzione
ebbe inizio intorno alla metà del 1940.
All'atto della prima ordinazione venne specificato che un piccolo numero di
autoblindo 40 avrebbe dovuto avere un cannoncino da 20 mm in torretta, invece
della prevista mitragliatrice da 8 mm. Ciò venne realizzato impiegando
la torretta del carro leggero L.6/40 invece di quella originaria. Quando la
versione, denominata autoblindo 41, vide la luce, risultò chiaro che
la combinazione veicolo/arma era di gran lunga più efficace della versione
armata di sole mitragliatrici e la successiva produzione venne perciò
concentrata sull'autoblindo 41. Le autoblindo 40 prodotte furono dunque poche
e di queste molte vennero poi trasformate in autoblindo 41.
Per il suo tempo l'autoblindo 41 fu un progetto avanzato e fornì buone
prestazioni, infirmate soltanto da ricorrenti noie allo sterzo, mai completamente
eliminate. L'armamento principale era il cannoncino contraerei trasformato
Breda modello 35, coassialmente al quale venne montata una mitragliatrice
Breda da 8 mm raffredata ad aria, progettata specificatamente per l'impiego
da veicoli corazzati. Un'altra di queste mitragliatrici era sistemata nella
parte posteriore dello scafo. Un veicolo su quattro aveva, alla sommità
della torretta, l'installazione per una mitragliatrice contraerei. Potevano
essere montati pneumatici da strada normale o da sabbia ed esisteva un kit
per trasformare il veicolo in mezzo capace di muovere su rotaie.
L'autoblindo 40 e l'autoblindo 41 furono molto impiegate dai reparti esploranti
italiani nel deserto occidentale e in Tunisia. Alla fine del settembre 1942
vi erano in servizio 298 autoblindo 41 e altre erano impiegate dalla polizia
coloniale.
Qualche attività di sviluppo migliorativo venne effettuata partendo
dal progetto base, il che portò all'installazione della torretta (AB
43) di un cannone da 47 mm, mentre la variante tedesca a scafo scoperto disponeva
di un cannone per carro tedesco da 50 mm. Nessuno dei due veicoli venne però
messo in produzione. Vi fu anche una variante a scafo scoperto che venne prodotta
in quantitativi limitati come veicolo comando ad osservatorio mobile per i
reparti di artiglieria.
Bibliografia: Vedi pagina contatti
Autoblindo 40 e 41 |